Le Cooperative di Comunità si trovano generalmente in territori che sono caratterizzati da condizioni di vulnerabilità e di un fabbisogno specifico, capace di generare anche un’opportunità imprenditoriale, che non riguardano solo alcune aree geografiche, come quelle montane, ma vede coinvolti paesi, borghi di pianura e anche quartieri di città. Il contesto di riferimento gioca pertanto un ruolo fondamentale nella nascita e successo di Cooperative di Comunità. Si tratta di aree in cui la nascita della cooperativa è funzionale a contrastare l’impoverimento, sociale ed economico, e a garantire la rigenerazione di quel territorio. Le priorità della cooperativa di comunità rimangono infatti profondamente legate al territorio, ai bisogni reali e percepiti da una parte significativa della comunità di riferimento e allo spirito di servizio per la comunità. Per mettere in campo risposte efficaci è importante disporre di capacità di analisi (identificazione non solo dei bisogni, ma anche delle risorse disponibili o da coinvolgere) e di progettazione (unitaria e condivisa, attraverso percorsi partecipativi).
Le Cooperative di Comunità possono nascere per iniziativa di privati cittadini come pure dallo stimolo di soggetti istituzionali. A prescindere dalla composizione del gruppo promotore (persone fisiche, associazioni, istituzioni locali), in linea di massima le cooperative nascono e hanno maggiori possibilità di sopravvivenza se possono contare su un gruppo fondatore molto coeso e su una leadership forte. Un gruppo coeso e una figura carismatica sono fattori quasi essenziali per una Cooperativa di Comunità.
La fase iniziale di qualsiasi startup è caratterizzata da un’idea: un modo nuovo di rispondere ad un bisogno, un’opportunità di mercato, la risposta ad un’esigenza avvertita nella comunità in cui si vive. Naturalmente nella Cooperativa di Comunità l’obiettivo è quello di produrre vantaggi a favore di una Comunità. E’ necessario definire in modo chiaro ed appropriato l’idea, identificare le competenze necessarie, esaminare e valutare le possibili criticità, non escludendo il supporto di professionisti ed esperti.
Il processo generativo di una cooperativa di comunità trae senza dubbio beneficio dalla presenza di un sistema territoriale abilitante per la nascita e lo sviluppo dell’impresa. Subito dopo la spinta iniziale la cooperativa ha bisogno di un’infrastruttura socio/relazionale a cui appoggiarsi. Le proloco, le parrocchie, le associazioni territoriali, gli imprenditori locali, gli istituti di credito locali/fondazioni bancarie, e la pubblica amministrazione sono solo alcuni esempi dei attori territoriali che il progetto cooperativo può coinvolgere al fine di ampliare il consenso e costruire relazioni produttive, attraverso diverse possibili modalità (messa a disposizione di spazi fisici, di attrezzature e arredi, di personale, di risorse finanziarie, idee progettuali, etc). Il fine ultimo infatti è quello di coinvolgere, nel progetto cooperativo di sviluppo locale sostenibile, il più ampio numero di soggetti/attori che vivono/operano sul territorio. Le potenziali cooperative di comunità devono avere pertanto la capacità di valorizzare energie e ricchezze locali, al fine di attirare e trattenere i componenti della comunità per il rilancio economico-sociale del territorio.
Al fine della condivisione del progetto, il coinvolgimento della comunità sin dall’inizio è fondamentale e ciò può essere perseguito attraverso l’organizzazione di incontri ed assemblee volti all’illustrazione dei fattori che caratterizzano la Cooperativa di Comunità (composizione base sociale, vocazione inclusiva, modello di governance, ecc.) ed il suo modello di business. Sebbene esistano delle differenze nelle partnership iniziali, è consigliabile in seguito prevedere delle partnership strategiche più ampie, che includano tutti gli attori rilevanti di una comunità, siano essi pubblici o privati.
L’incontro con i soggetti interessati ad attivare una collaborazione con la costituenda cooperativa sul piano imprenditoriale è fondamentale. Questo tipo di collaborazioni possono rappresentare una preziosa risorsa per la realizzazione e lo sviluppo dell’iniziativa e costituiscono un’occasione di confronto per valutare la percezione dell’idea imprenditoriale, la sua effettiva realizzabilità, gli aspetti da sviluppare ulteriormente e la programmazione dei passi successivi. Le partnership strategiche al di fuori della comunità, rappresentano una opportunità per la cooperativa per attrarre/reperire risorse e per essere visibile all’esterno della comunità di riferimento.
E’ necessario definire una strategia condivisa da tradurre, sulla scorta dell’identificazione e dell’analisi dei bisogni, in progetti e azioni riconducibili ad un disegno organico che in quanto tale, dovrà prevedere una scansione temporale delle attività necessarie per l’avvio e lo sviluppo del progetto. In questa fase, il gruppo promotore dovrà focalizzarsi in particolare sul modello di impresa e sulle modalità per raggiungere i propri obiettivi. Sarà pertanto necessario definire cosa si vuole produrre/offrire e a quali condizioni, in che modo e con quali mezzi (strumentali, organizzativi e finanziari) si intenderà farlo, chi saranno i target (utenti-clienti) prioritari di riferimento.
Affermare la propria identità, le proprie strategie ed i propri servizi è uno dei presupposti fondamentali della strategia di marketing di una cooperativa di comunità che, a differenza di altre imprese, necessita in particolare di comunicare l’effettivo valore “istituzionale” della propria attività. Considerando che una parte dell’attività svolta è rivolta ai servizi alla persona è fondamentale che il valore dell’attività non si “esaurisca” tra i partecipanti al processo (cooperativa e utente/cliente) ma sia percepito e compreso dalla comunità di riferimento. Questo significa per le cooperative di comunità strutturare un piano di marketing e comunicazione che consenta alla cooperativa di costruire un “vantaggio identitario”, partendo da un’analisi dei punti di forza/debolezza, le opportunità/minacce che sono presenti sul territorio.
I passi successivi saranno caratterizzati dalla definizione delle strategie più idonee alla definizione dei seguenti elementi: prodotto/servizio, prezzo, il “luogo” dove sarà possibile acquistare il prodotto/utilizzare il servizio, ovvero il canale di distribuzione (online, offline, a domicilio, spazi condivisi,……) per la vendita del prodotto (o offerta del servizio), la promozione, ovvero come il prodotto/servizio viene promosso-presentato ai potenziali utenti-acquirenti, individuando le strategie di comunicazione più efficaci per presentarlo a seconda del pubblico a cui si rivolge e delle risorse disponibili.
La Cooperativa di Comunità, come qualsiasi altra impresa, deve perdurare nel tempo e quindi deve essere sostenibile sotto il profilo economico-finanziario. Le Cooperative di Comunità si pongono come obiettivo la rigenerazione di una comunità e del territorio su cui insiste; questo può avvenire solo attraverso una serie di investimenti. La riconversione ad es. di vecchi edifici - case, scuole o mulini, altro - la costruzione di nuovi impianti e la riattivazione dei luoghi delle relazioni sociali richiedono a queste aziende un impiego elevato di risorse.
A questo punto si potrà procedere alla costituzione formale della Cooperativa ed espletare le altre pratiche amministrative necessarie per l’avvio delle attività. La Cooperativa di Comunità deve dotarsi di un modello di governance il più possibile inclusivo, partecipato e rappresentativo della composizione sociale della comunità stessa. Da un lato, devono poter diventare soci della Cooperativa tutti gli interessati alla sua attività: persone fisiche, soggetti giuridici, enti locali. Dall’altro, dovrà essere previsto il coinvolgimento di una pluralità di altri soggetti (dagli utenti ai lavoratori, ma anche eventuali finanziatori, ulteriori cittadini etc..), così da sfruttare le opportunità che attori con esperienze differenti siano in grado di individuare, cogliere e sviluppare.
E’ il momento del lancio dell’iniziativa nel quale la Cooperativa di Comunità si presenta pubblicamente. La scelta del nome della cooperativa e la progettazione di un segno distintivo (logo, marchio) che evochi il territorio e che identifichi la Cooperativa di Comunità rappresentano dei passi iniziali necessario, perché rispondono ad una esigenza di riconoscimento interno e in prospettiva pone le basi per un riconoscimento esterno. A seguire è imprescindibile realizzare ed aggiornare un sito web e/o attivare almeno un social network. Un evento pubblico di presentazione alla comunità, con diffusione a mezzo stampa, web e social network sarà la prima azione da realizzare. A seguire è consigliabile comunicare non solo gli eventi e le attività realizzate/in corso di realizzazione, ma anche i risultati conseguiti. In che modo? Attraverso mailing list dedicate, social network, sito web, strumenti tradizionali (flyer, manifesti, etc).